Napulammore

ImmagineCopertina.aspxStrade che vanno da Spaccanapoli a san Gregorio Armeno, a Port’Alba. Bancarellari ritardati mentali a Mezzocannone innamorati di bellissime signore partenopee che nemmeno sanno che esistono. La Napoli antica, ma pure quella moderna rappresentata dai social network, dall’incomunicabilità metropolitana, dalle nevrosi che aleggiano nei vicoli moderni. E l’amore, ovviamente. L’amore incredibilmente ingenuo e forse puerile come quello che può sviluppare un disabile vittima dell’ottusa guapparia nostrana che fatica a morire. Oppure la mancanza d’amore che può colpirti in uno di questi vecchi palazzoni spagnoleschi dalle parti della Cappella San Severo, quelli nei cui appartamenti a volte ci trovi ancora cappelle votive o qualcosa di simile (anzi a volte è tutto l’appartamento che è una specie di tempio-museo borbonico). Di cosa parlo? Ma del mio nuovo romanzo Napulammore.

Ecco la quarta di copertina. Giggino è considerato ritardato, però il suo cuore batte forte. Anche se la sua affascinante fidanzata non sa nemmeno che lui esiste, è disposto a uccidere per lei. Annarella cerca la morte in incontri di sesso violento. E’ seguita da un inquietante personaggio che vede solo lei, che è il solo individuo per la cui mano non vorrebbe morire. Carmine soffre di solitudine, forse perché tratta spesso con i numeri primi. Tre storie che si intrecciano in una Napoli notturna pure di giorno, una città in bilico tra il folclore e la tragedia, dove nei vicoli dei quartieri spagnoli, a nord di Mezzocannone e a sud di Spaccanapoli e dei Tribunali, puoi trovare illusioni quante ne vuoi.

Come si intuisce da queste righe, ho scritto un romanzo. Se qualcuno si è incuriosito per questa presentazione e vuole leggerlo può acquistarlo qui, dopo una veloce iscrizione al sito. Si può ordinarlo pure in libreria, se si vuole. Ah, la copertina l’ho disegnata io (cliccate per ingrandire) e rappresenta un lembo di un palazzo diroccato di via San Gregorio Armeno (la nota strada dei presepi napoletani) che io ho sempre definito per evidenti motivi “palazzo dei fantasmi”. Un ringraziamento a tutti quelli che leggeranno il mio romanzo.

1 commento:

  1. “Napule è mille culure/ Napule è mille paure/Napule è a voce d’è creature/ca saglie chianu chianu / e tu can un si sulo”….

    Così l’autore conclude le sue note sul libro, così mi piace iniziare queste brevi riflessioni su questo libro!

    Napulammore un libro di un napoletano che attraverso tre storie parallele esprime molto bene il carattere di questa città, di questo popolo (Napulanità! )

    Pennellate di una umanità varia che si snoda nei mille vicoli di Napoli e nei mille vicoli dei sentimenti umani.

    Tre storie dure, nelle quali violenza fisica e violenza dei sentimenti si accomunano a grandi gesta di generosità di amore di un umanità che sa leggere nel cuore e negli sguardi e da questi penetrare nel cuore delle persone e distinguere i buoni sentimenti dai cattivi sentimenti. La cattiveria e l’amore si fronteggiano in uno scambio di situazioni che mettono i protagonisti davanti a situazioni importanti dove la differenza la fa soltanto l’amicizia vera: chi in qualche modo riesce a trovare un amico, riesce a superare le situazioni più estreme, chi invece non ci riesce soccombe alla cattiveria e direi quasi alla banale burla.

    Appare evidente nello svolgersi degli avvenimenti come la differenza la fa l’amicizia, e l’amore per le persone che può generarsi spontaneamente, consapevolmente, oppure attraverso il riconoscere i limiti e le carenze che a volte la vita genera nelle persone.

    Questi sentimenti a Napoli sembrano evidenziarsi in modo più netto e distinto che forse in altri posti, in altri popoli.

    A Napoli questi sentimenti prendono un andmaento particolare, appaiono più in evidenza ed incidono in modo importante nella vita di ciascuno. Appare evidente come non è la cultura, non è l’intelligenza che possono fare la differenza tra le persone ma soltanto l’amore: chi ama ed è riamato in qualche modo supera i momenti duri e va avanti chi invece non riesce a mettere in campo ed a ricevere tali attenzioni, soccombe.

    L’autore in questo libro fa trasparire molto di se, mette in bocca ai protagonisti tanti suoi pensieri sulla vita, sulle situazioni attuali che stiamo vivendo in questo particolare periodo storico. Inserisce anche ciò che la modernità mette a disposizione di tutti attraverso la rete internet quindi con la facilità di trovare rapporti importanti salvo poi dimostrare che i veri rapporti di amicizia e di amore si trovano solo nella vita reale attraverso la condivisione di disagi, dei problemi della vita di tutti i giorni. L’essere soli e disadattati anche in una città come Napoli nonostante internet, può diventare un problema che se non si riesce a trovare un aggancio vero, importante nel reale porta alla tragedia.

    Ad un personaggio l’autore fa dire che nella vita un po’ tutti quanti sono degli attori e questo è particolarmente vero in una grande città come Napoli dove nel gestire i sentimenti appare molto più evidente che ognuno è come un attore che recita una parte e vorrebbe che fosse da protagonista principale, ma questo però non svilisce e non annacqua i sentimenti, è solo un modo di essere di cui prendere coscienza.

    Tre storie diverse accomunate però da un disagio generato dalla violenza che comunque emerge in questa città! Tre storie che nel loro svolgersi prendono soluzioni diverse a seconda che nel loro scorrere appare appunto uno dei sentimenti così importanti per la vita di ognuno di noi: l’amore e l’amicizia. Senza uno di questi due elementi non vale la pena vivere e si compie la tragedia. Diversamente anche se la vita è stata ed è dura assistiti da questi due elementi che poi si fondono insieme si può continuare a vivere e guardare serenamente al futuro.

    Un libro carico di Napulanità (non so se così si può dire) che nelle sue contraddizioni riesce comunque a far dire :” E’ bello l’ammore, è o vero….?

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